Creato a Mano

Avete presente quei riflessi che giocattolano incessantemente nell'acqua? Quelle striature sinuose che seguono l'andirivieni delle onde, incoraggiando lo sguardo e stupendo e concedendo così un attimo di sospensione perfino al passante frettoloso, furente e zuppo perché colpito da un'improvvisa e imprevedibile acqua alta. Quelle macchie oscillanti di colore che in realtà sarebbero case, fondamente, mattoni, pietre d'istria, alberi, nuvole, scampoli di cieli più o meno tersi, bagliori di luce, riflessi, gibigianne. Con l'astrarsi all'incontrario di ogni forma e quindi con la perdita della verosimiglianza che approda (non a caso guardiamo l'acqua) ad una sorta di gioiosa esplosione cromatica, ad un artificio non di fuochi ma di colori. Che sia per questa consuetudine alla contemplazione del riflesso, che maga e appaga chi non guarda e basta ma riesce a continuare, costantemente, a vedere, che l'imitazione di quei riflessi, anzi, la reinvenzione di quei riflessi ha finito con il diventare parte integrante del "fare", o meglio del "creare"? Per tramite della macchina più straordinaria che c'è, quell'insieme di ossa, muscoli, unghie, tendini e pelle, anche ispessita, callosa, che, pilotata dall'intelligenza e dalla sensibilità, costruisce oggetti unici ed inimitabili, apparentemente uguali ma in realtà ognuno diverso dall'altro proprio perché fatti "a mano"? Come distinguere la mano dell'artista da quella dell'artigiano quando si prova a stabilizzare nel vetro, nella ceramica, nei tessuti, nel rame, un segmento di quei riflessi, un frammento congelato di quell'acqua in movimento perenne? Come stabilire i criteri per definire la graduatoria o i confini della creatività quando perfino un "manufatto" di uso comune può evocare un mondo grazie alle sapienti e consonanti decorazioni che, alla fine, ne diventano l'essenza? Fino a identificarsi con quel sogno che Venezia sa offrire a chi non si fa sopraffare dal guardare ma riesce solo, sempre e costantemente, a vedere andando oltre la perentorietà della scorza, oltre l'evidenza della superficie..

Carlo Montanaro

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